21 giugno 2024


Questa mattina sono rimasto a letto fino a tardi. Avevo deciso di prendere l’autobus verso mezzogiorno e di andare al campeggio di Moskenes. Attenderò lì il traghetto di domenica per Bodø. Con calma mi sono preparato e ho lasciato l’ostello di Å. Ancora brutto tempo.  

Ero nell’ultimo paese delle Lofoten, chiamato come l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese. La leggendaria strada E10 finisce lì. Dopo, solo il mare. È una piccola località di pescatori: c’è anche un museo sulla pesca e sullo stoccafisso. Sui tetti nidificano i gabbiani tridattili zampe nere, una specie “vulnerabile”. Mi sono fermato un po’ a riflettere in questo luogo alla fine del mondo. Guardavo le onde infrangersi contro gli scogli sotto il cielo grigio. I gabbiani stridivano rincorrendosi nell’aria. Le gocce di pioggia scendevano leggere.   

Anche sotto l’acqua la vita alle Lofoten non si ferma! Basta un impermeabile e, senza nessun problema, si può andare in bici, in moto, a piedi.  

In un quarto d’ora di strada il bus mi ha portato al molo di Moskenes. Pochi minuti a piedi e ho raggiunto il camping. Pensavo di essere in una città o almeno in un paese con un bar, un supermercato… invece qui attorno non c’è nulla. Per comprare qualcosa sono andato al Joker di Sørvågen, due chilometri e mezzo indietro verso Å.   

Stasera il camping è pieno: tanta gente, tante tende, tanti camper. Alle 19.00 ha aperto il pub del campeggio e mi sono concesso una birra guardando la partita degli europei di calcio.

Sembra che domani possa uscire il sole.